Progetto A TASTE OF DIANO

Un progetto che parte dalla terra
A Taste of Diano parte dalla curiosità verso la terra che mi ha cresciuto.
Da sempre sono appassionato di natura, di botanica, di meteorologia e di viticoltura. Forse nessuna di queste passioni ha mai prevalso sulle altre ma hanno anzi spinto la mia voglia di conoscere sempre più in profondità.
Alcuni anni fa ebbi la fortuna di conoscere Edmondo Bonelli, a mio parere uno dei migliori tecnici professionisti di viticoltura, tartuficoltura e di territorio in generale che esistano in zona. Grazie a lui ho potuto approfondire una materia fino ad allora da me poco affrontata se non in maniera puramente empirica: la geologia.
Lo studio delle Scienze Naturali presso l’Università di Torino mi permise di affinare ancora di più le conoscenze tecniche in materia, tanto da realizzare l’abbozzo di una cartina geologica del territorio comunale di Diano d’Alba.
Confrontando codesta con l’allora appena redatta Carta Geologica del Barolo (di Bonelli e Masnaghetti) realizzai quanto Diano possieda una invidiabile geo-diversità: le stesse formazioni geologiche che caratterizzano l’intera zona Barolo sono tutte presenti a Diano d’Alba!


La Formazione di Lequio, le Marne di Sant’Agata Fossili e le Arenarie di Diano sono raggruppate tutte in un solo paese che è anche una DOCG, una delle più piccole d’Italia.
Da qui nacque l’idea di partire alla ricerca di vigneti di Dolcetto presenti su una ed una sola formazione geologica: impresa non facile! Pure a Diano, storicamente terroir tipico per questo vitigno, ormai si fatica a trovare dolcetti nelle migliori esposizioni.
Una volta contattati i proprietari dei vigneti e accordati sull’acquisto dell’uva, produssi la prima annata 2022, non senza svolgere preventive analisi del suolo al fine di avere una base di dati da cui partire per il confronto. Anche i dati meteorologici sono stati collezionati tramite due stazioni meteo a norma WMO.
La vinificazione è stata svolta tramite il medesimo protocollo per i tre lotti, come anche l’affinamento ed il confezionamento, il tutto corredato da minuziose analisi chimiche ed organolettiche.
La stessa esperienza è stata ripetuta nell’annata 2024 per un medesimo motivo di confronto: l’annata migliore contro una delle peggiori degli ultimi 30 anni.
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